Dolo (VE), 1977. Dopo il Liceo Artistico “A. Modigliani” di Padova, si Diploma presso l’Accademia di Belle Arti a Venezia (Pittura e Incisione), approfondendo ulteriormente le tecniche calcografiche e pittoriche presso lo studio del Prof. L. Zarotti (Accademia di Belle Arti). Consegue poi la Laurea Magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Padova con un voto di 110/110. E’ un artista che opera nel campo della grafica d’arte (incisioni e monotipi), della pittura e della scultura. Viene invitato a partecipare a tre Biennali Internazionali d’arte a Venezia, collaborando a progetti espostivi museali nazionali ed internazionali; su invito di alcune gallerie è stato presente a note Fiere d’arte italiane, collaborando fruttuosamente con varie gallerie attraverso mostre personali. I suoi lavori, in un modo particolare i monotipi sono molto apprezzati in Italia e all’estero e sue opere sono presenti in varie istituzioni e collezioni museali italiane ed europee. Nei suoi monotipi riprende con segno contemporaneo l’atmosfera crepuscolare del Naturalismo Seicentesco, senza fare un’operazione anacronistica, bensì una figurazione rigenerata, che vuole portare avanti “un filo rosso” con il passato: passato e presente, indistintamente confluiscono tutte in un unico gesto segnico contemporaneo. Figure animate da dinamici segni che lo stesso Convento definisce “freschi come l’acqua di un torrente” ma incarnati “nella memoria della storia”. Appellandosi alla memoria del passato, Convento reinterpreta e attualizza soggetti desunti dalla conoscenza della storia dell’Arte, li rivisita, li reinterpreta per offrirne una visione originale e contemporanea. Proprio attraverso l’antica tecnica del monotipo, sottraendo inchiostro dalla lastra si ottengono segni freschi diretti, facendo emergere le forme da un’oscurità molto intensa Figure dal tratto realistico e scene mitologiche si attualizzano rigenerandosi con nuova energia: mito e storia diventano una metafora contemporanee per rappresentare vizi e virtù umane.

“Il mio desiderio è parlare delle debolezze, dei vizi e delle virtù umane attraverso il corpo, la mitologia e il paesaggio visti come metafora esistenziale. Amo creare una forma, per portarla però verso una dimensione metafisica/misterica che trascende dal suo stesso valore iconografico e dal dato sensibile, diventando “una porta esistenziale” verso una dimensione “altra”. Desidero che i miei lavori siano evocativi e capaci di “ fare immaginare nuovi mondi” allo spettatore”.